Condivisione PDTA esistenti

Condivisione dei PDTA del tumore della mammella elaborati dalle Reti delle Regioni Piemonte e Valle D’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Toscana:

 

FASE DIAGNOSTICA

Il momento iniziale del PDTA avviene a sospetto diagnostico, con accesso sia attraverso i canali istituzionali (screening, medico di medicina generale, centri di senologia/radiologia senologica) sia con accesso diretto della paziente. La gestione della fase diagnostica è affidata al radiologo, con criteri specificati per accesso a esami radiologici di II livello e alle modalità di accertamento cito/istologico.  La prima discussione multidisciplinare è generalmente prevista al momento della disponibilità della diagnosi anatomo-patologica. Tutti i PDTA specificano gli specialisti che partecipano alla riunione multidisciplinare, compresa la figura del case manager, e la cadenza delle riunioni, che è generalmente settimanale. Nella maggior parte dei casi alla discussione multidisciplinare segue la generazione di un referto. La decisione viene comunicata alla paziente dallo specialista che la prenderà in carico.  Le possibili strategie diagnostiche e terapeutiche sono solitamente sintetizzate nel percorso, con richiamo alle linee guida.

BRCA/fertility

 

FASE TERAPEUTICA

Per la descrizione della fase terapeutica i vari PDTA sono più eterogenei, dove alcuni includono specifiche relative alle indagini di stadiazione necessarie, al tipo di chirurgia (chirurgia conservativa vs mastectomia, indicazioni alla biopsia del linfonodo sentinella…), alla refertazione anatomo-patologica, alla gestione dei margini, all’indicazione o meno a IORT. Per il percorso neoadiuvante  tutti i PDTA specificano i criteri per candidare le pazienti a terapia neoadiuvante. Alcuni PDTA dettagliano anche gli esami di staging, i criteri per BLS e RT postoperatoria e tempistiche (intervallo biopsia-terapia-chirurgia). Per quanto riguarda schemi e dosi di chemioterapia, modalità e dosi di RT,  la quasi totalità dei PDTA fa riferimento alle linee guida. Gli snodi vengono discussi in ambito multidisciplinare, e la programmazione delle visite/indagini decise viene generalmente affidata al case manager.  Anche le pazienti affette da carcinoma in situ vengono gestite nell’ambito dello stesso percorso.

 

FASE METASTATICA

La gestione della malattia metastatica è inclusa nel PDTA solo in alcune realtà. In alcuni PDTA è prevista una valutazione multidisciplinare della paziente, con indicazioni sui trattamenti oncologici e riferimenti alle Cure Palliative.

 

RIABILITAZIONE E FOLLOW UP

Preservazione fertilità: solo alcuni PDTA fanno specifico riferimento alla presenza di un collegamento per l’attività di counselling, i criteri per l’invio a consulenza sono definiti solo in una minoranza dei casi.

Fisioterapia e riabilitazione: La presa in carico precoce dei pazienti per la prevenzione del linfedema è prevista in maniera quasi uniforme nei diversi documenti, così come la presa in carico per le sequele  tardive.

Counselling psicologico: un servizio di psico-oncologia è previsto in tutti i PDTA. Solo in alcuni si specificano i criteri e le modalità di invio al counselling.

Gli esami di stadiazione sono di solito riservati in presenza di sintomi o in stadi di malattia più avanzati.  Il dosaggio dei marcatori tumorali non è raccomandato di routine.

Il programma di follow up è generalmente espletato dall’oncologo. L’affido al MMG avviene generalmente dopo 5 anni. In altre realtà il follow up può essere espletato nell’ambito dell’assistenza primaria o secondaria o può essere condiviso fra i due livelli assistenziali.

Il programma prevede visita clinica periodica e controllo clinico-strumentale della mammella a cadenza annuale. Altri esami strumentali e marcatori tumorali non sono generalmente previsti in assenza di sospetto clinico.  Nei casi di terapia ormonale prolungata ai 10 anni, la paziente rimane in carico allo specialista fino alla fine della fase di trattamento attivo. Al momento in cui la paziente è affidata al MMG per il prosieguo dei controlli, si fornisce un programma scritto.

La maggior parte dei percorsi pone l’accento sul monitoraggio e la gestione delle possibili sequele dei trattamenti, per cui, anche a seconda del tipo di terapia, si prevedono controlli cardiologici, ginecologici, della densitometria ossea, del profilo lipidico, oltre al counselling nutrizionale e sugli stili di vita.

 

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