Tumore Mammella

La prima fase del progetto PERIPLO si è focalizzata sulla neoplasia della mammella alla luce di alcune determinanti considerazioni quali:

  • l’importanza dell’impatto epidemiologico e sociale;
  • il grado di consapevolezza delle pazienti e il ruolo attivo del volontariato (Europa Donna, Komen, Salute Donna);
  • l’esistenza di un modello organizzativo rappresentato dalle Breast Unit, normato da leggi specifiche.
  • le caratteristiche della neoplasia in quanto front runner tra i big killers in termini di diagnostica molecolare, oncogenetica, screening, multidisciplinarietà e personalizzazione dei trattamenti.

 

Da un punto di vista organizzativo, la European Society of Breast Cancer Specialists (Eusoma), su mandato della prima Conferenza europea sul tumore della mammella ha pubblicato nel 2000 le raccomandazioni sui requisiti di una unità di senologia, che sono stati successivamente ripresi da due atti del Parlamento Europeo: la Relazione sul Cancro al Seno nell’Unione Europea e la Risoluzione del Parlamento Europeo sul cancro al seno nell’Unione Europea 2002/2279 INI del 5 giugno 2003.

Secondo le indicazioni europee, ogni nazione dovrebbe garantire la presenza di una Breast Unit ogni 250 mila abitanti entro il 2016.

In Italia, nel 2012 il Ministero della Salute ha promosso la costituzione di un Tavolo tecnico di lavoro denominato “Gruppo di lavoro per la definizione delle specifiche modalità organizzative ed assistenziali della Rete delle Strutture di Senologia”, cui hanno preso parte referenti istituzionali, rappresentanti delle Regioni/PA, referenti delle Associazioni di rappresentanza delle pazienti ed esperti senologi. Il Gruppo di lavoro ha redatto le “Linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri di senologia”. Tale documento, recepito dalla Conferenza delle Regioni con l’Intesa tra Stato e Regioni del 18 dicembre 2014, rappresenta il riferimento per la progettazione ed implementazione delle Unità di Senologia e della Rete dei Centri di senologia. Le Regioni dovranno adeguarvisi allorché intraprenderanno azioni di riorganizzazione dei percorsi oncologici per la neoplasia della mammella, al fine di garantire un’appropriata ed adeguata copertura e risposta al bisogno di salute espresso nel loro territorio.

Le Linee di indirizzo definiscono le caratteristiche strutturali e clinico-organizzative delle Unità di Senologia e della Rete dei centri di senologia.

L’unità di Senologia (Breast Unit) è concepito come un modello di assistenza specializzato nella diagnosi (screening e diagnostica clinico-strumentale), nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne affette da carcinoma mammario, dove la gestione del percorso della paziente è affidato a un gruppo multidisciplinare di professionisti dedicati e con esperienza specifica in ambito senologico.

La Rete delle Breast Unit è il sistema di relazioni tra i singoli centri, capace di intercettare integralmente la domanda, promuovere la continuità di cura e favorire le sinergie.

La Rete dovrà essere organizzata secondo il modello Hub e Spoke: gli hub sono i centri di senologia che presentano tutti i requisiti essenziali per trattare la patologia del seno; gli spoke sono i centri di secondo livello e sono collegati agli hub: vi si effettuano screening ed esami diagnostici.

Nelle Linee di Indirizzo:

  • vengono date delle indicazioni sulla comunicazione medico-paziente;
  • si inseriscono le figure dell’infermiere di senologia (case manager), che “prende per mano” la paziente e la guida nel percorso di cura, e quella del data manager;
  • si specifica l’importanza dei professionisti che dedicano totalmente o gran parte della loro attività alla cura dei tumori mammari;
  • si chiede la raccolta informatica dei dati;
  • si inserisce il concetto di controllo dei risultati, con valutazioni interne ed esterne al centro;
  • si sottolinea il ruolo delle associazioni di pazienti e del volontariato.

In Italia, tuttavia, la situazione appare molto diversificata e complessa. Anche in ragione dell’autonomia regionale in tema di Salute e Sanità, le Regioni/Pa declinano autonomamente le indicazioni nazionali, secondo tempi e modi diversi.

Se, da una parte, vi sono realtà regionali che hanno adottato da tempo le normative che stabiliscono i criteri e l’organizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici per la neoplasia della mammella, dall’altra vi sono Regioni nelle quali sono state attuate esperienze importanti ma soltanto assimilabili a quanto previsto dalle Linee di indirizzo.

Esistono da anni strutture assimilabili alle Breast Unit all’interno delle Reti Oncologiche e per altre Regioni esistono altre importanti esperienze e iniziative.

Non tutte le Regioni hanno istituito le Breast Unit, questo non significa che nelle altre realtà non siano presenti percorsi di cura e centri assimilabili alle Breast Unit, ma soltanto che l’aspetto normativo deve essere ancora uniformato a quello nazionale.

PERIPLO intende, quindi fornire le risposte ancora mancanti in tal senso, presentando e condividendo i risultati degli indicatori con i referenti istituzionali delle reti oncologiche, referenti politici e alle agenzie regionali, con l’obiettivo di individuare le strategie di gestione più efficaci ed efficienti.

PERIPLO grazie al confronto tra le Regioni ha condiviso gli indicatori per il percorso ideale della donna con tumore alla mammella per arrivare a individuare i migliori indicatori di percorso, struttura, out-come ed efficienza economica. Indicatori significativi per la valutazione di appropriatezza ed efficacia di un PDTA.

Nel 2017, il team di tecnici designato da PERIPLO ha lavorato alla misurazione degli indicatori (mammella) che si è definito essere estraibili dai database sanitari regionali e/o di struttura ospedaliera. L’obbiettivo a tendere è quello di implementare i database con quegli indicatori considerati rilevanti in termini di appropriatezza ed efficacia clinica per un percorso di cura di qualità.

INDICATORI PDTA Re.Mi.

Journal of Oncology Practice – Articolo Periplo Indicatori Breast Cancer Care

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